val vestino-moerna-cima rest 2012

Maggio 28, 2012

val vestino-moerna-cima rest 2012

MOERNA-CIMA REST

Domenica 6 maggio 2012

Partiamo da Riva, con un cielo plumbeo che minaccia acqua a catinelle, per la Val di Ledro, Storo, Lago D’Idro e avanti verso la Val Vestino. La strada, molto tortuosa, si inerpica sfiorando prati e ripide pareti; spesso scavata nella roccia con precipizi ai lati, ma con panorami molto suggestivi che di tanto in tanto ci fanno ammirare piccoli agglomerati di vecchie case incastonate in prati verdi e boschi. Obbligatoria è stata la scelta di noleggiare un bus piccolo che ha reso agevole la guida lungo il tormentato percorso senza creare problemi ad un comunque ottimo autista.All’arrivo a Moerna troviamo la nostra socia Ines, in divisa da guardia ecologica,

 

 

con due suoi colleghi che ci seguiranno e ci consiglieranno i percorsi da fare, in base alle condizioni del tempo, che per ora ci è favorevole, infatti non piove. In attesa dell’apertura del museo dedicato a don Porta, visitiamo esternamente la sua casa natale con la targa che ne ricorda i natali e una chiesetta nelle vicinanze di un piccolo bar con area giochi e servizi, sempre utili.

 

Verso le dieci arriva il giovane e biondo sindaco che ci apre il museo per la nostra visita ; un interessante filmato ci descrive la storia della valle, la flora, la fauna e le particolarità botaniche , tra le più importanti i numerosi endemismi di specie da proteggere perchè in via di estinzione. Al termine avviene la consegna del cippo funerario che da anni era nella nostra sede e che ci è sembrato opportuno avesse una migliore collocazione nel museo dedicato a don Porta.

 

Si riparte per Cima Rest che raggiungiamo passando per Magasa; lungo la strada si cominciano a scorgere i classici fienili a tetto spiovente che sono caratteristici del luogo e che sono numerosi all’arrivo: uno molto bello infatti è adibito a ristorante.

 

Il pranzo nel rifugio è molto invitante : polenta nelle varie versioni e spiedo di carni assortite. Durante il pranzo cala la nebbia e inizia a piovere, ma all’uscita dopo un’oretta ci accoglie un timido sole. Si decide quindi, accompagnati dalle guardie ecologiche, di scendere al minuscolo paese di Cadria

 

e dopo aver visitato una piccola chiesetta e comperato dell’ottimo miele a buon prezzo, ritroviamo il pullman che ci riporta al parcheggio di arrivo. Raccolto il gruppo che con Ines era andato a visitare l’osservatorio, torniamo a Riva facendo la strada che passa dal lungo e tortuoso Lago di Valvestino che termina alla diga

 

e ci porta al Garda nei pressi di Gargnano. Sul lago piove a dirotto, ma un magnifico arcobaleno che si staglia sopra Malcesine ci riempie gli occhi di colori.. Viste le premesse possiamo dire di essere stati fortunati col tempo che, nonostante le fosche previsioni che hanno favorito qualche forfait dell’ultima ora, ci ha permesso di fare quanto previsto nel programma.

Orazio

Il video che abbiamo visto ci ha illustrato le caratteristiche morfologiche e del paradiso floreale della zona; ha provato a spiegare l’origine dei cumuli di Cima Tombea richiamando una leggenda : durante una forte e improvvisa tempesta ed essendo la zona prativa e senza ripari, sono morti tutti i pastori assieme alle loro greggi di ovini. Nell’impossibilità da parte dei sopravvissuti di recuperarne i corpi, ci ha pensato la natura a coprirli, creando i cumuli e gli avvallamenti che ancor oggi caratterizzano la zona.Proseguendo, il video ha parlato della flora botanica, che in seguito all’isolamento geografico da essa subita conseguente al fenomeno delle glaciazioni, è rimasta a lungo isolata, per cui alcune piante si sono adattate alla nuova situazione ambientale differenziandosi in nuove specie. Nella zona vi sono ben ventuno endemismi, di cui 8 rari, che sono riportati nella Lista Rossa mondiale come piante minacciate di estinzione, quindi da proteggere. Più avanti, il video ha cercato di dare una spiegazione sulla quasi scomparsa della “Saxifraga tombeanensis”, una pianta endemica, molto delicata, che cresce sulle rupi tra i 1000 e 2000 metri di quota e che ultimamente si sta riproducendo molto lentamente. Una causa potrebbe essere un fungo parassita trovato alla base della stessa ; un’altra spiegazione potrebbe essere la vegetazione che avanza, causa la quasi assenza di pascoli, che modifica il suo habitat.

Marinella

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