Val Sarentino – ometti di pietra
ESCURSIONE AGLI “OMETTI DI PIETRAâ€
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Domenica 31 Luglio
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Oggi la nostra meta è la val Sarentino dove, sul monte Schoneck, ci sono gli “ometti di pietraâ€. Isolata per secoli a causa di una impressionante forra rocciosa che la divide dalla vicina Bolzano, la val Sarentino conserva le sue antiche tradizioni e nasconde fantastiche storie di magia, dove immense distese di boschi si alternano a masi antichi e a prati lucenti. Gli abitanti hanno mantenuto una parlata ricca di termini arcaici, con centinaia di espressioni non riscontrabili in nessuna altra valle dell’Alto Adige.
Lasciato il pullman, un bus navetta ci risparmia qualche centinaio di metri di dislivello, sarebbero stati circa 1.000, troppi per la maggior parte di noi.
Arriviamo al Rifugio Sarentino, mt. 1618, ci incamminiamo più o meno uniti a causa di qualche salita impegnativa, fermandoci poi tutti per una piacevole pausa al Rifugio Auener dove, alcuni di noi, si fermano ad aspettare il ritorno degli altri, godendo della posizione panoramica del rifugio.                 Â
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Ci incamminiamo in dolce pendenza tra prati e dolci declivi tra i quali, in lontananza, vediamo spuntare quei cumuli di pietra che sono gli “ometti†più alti. Arriviamo sulla cima, sono decine e decine, le guide dicono che forse sono dolmen preistorici, oppure opera di antichi viandanti. Spaziando lo sguardo vedo che in linea d’aria l’altipiano dell’ Alpe di Siusi è vicino e ricordo la leggenda delle streghe dello Sciliar che volavano tra i monti vicini e, questi “omettiâ€, in questa solitudine, nelle notti di luna piena, avranno avuto un fascino inquietante, favorendo storie e leggende. Ma cosa sono gli “omettiâ€? In realtà sono una semplice costruzione che consiste nell’impilare uno sopra l’altro dei sassi che per motivi di equilibrio seguono uno schema: dal più grande al più piccolo. In montagna vengono usati per indicare il percorso, in assenza delle indicazioni, in passaggi poco evidenti ti segnalano la direzione giusta per la cima o il rifugio.
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Le montagne del mondo, hanno questa tradizione usata come punto di riferimento dagli Inuit e da popoli della zona Artica dell’America Settentrionale. Sono stati usati come logo per i XXI Giochi olimpici invernali di Vancouver.
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Faccio mia questa considerazione che ho letto su una rivista dove ho trovato notizie sugli “omettiâ€:
“In questo tempo, scandito da gesti automatici, tutto avviene con pulsanti, segreterie, telecomandi, giochi virtuali e tanti altri luoghi comuni del nostro quotidiano, il ritrovarsi con la pietra in un ambiente montano, vi regalerà molto. Compiere l’azione più elementare e antica: mettere una pietra sull’altra, sarà un’emozione e un regalo della montagna, infinita e millenaria che, spero, insieme ci darà ancora sorprese“.
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                 MARINELLA.
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