VAL DI FUNES
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La Val di Funes, balcone con vista sugli…. “aghiâ€
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Verdissima e preziosa
â€: sono le due parole con le quali definirei questa valle che ho giÃ
visitato nella direzione di Malga Gampen e Rifugio Genova.
Questi aggettivi calzano a pennello alla Val di Funes, ancora poco toccata dai flussi del grosso
turismo, mantenutasi sufficientemente integra e ben radicata a tradizioni che altrove vanno
perdendosi.
L’inizio di questa giornata mi ha fatto subito pensare che sarei andato “nel posto giusto al
momento sbagliatoâ€! Sì perché il mattino si è presentato uggioso, ricco di nuvole pronte a
“esplodereâ€. D’altronde il meteo annunciava tempo molto instabile, soprattutto dal pomeriggio.
Il viaggio in pullman è stato, come in altre circostanze, molto piacevole, ancor più quando alla
guida del mezzo c’è il valente e brillante Marco, dimostratosi sempre all’altezza della
situazione, in particolare dopo l’uscita dall’autostrada a Chiusa. Infatti, la strada, incassata
nella valle, ricalca per alcuni chilometri il percorso del Rio di Funes, ora sulla sua destra, ora
sulla sinistra. Il tutto in un’atmosfera rilassata, quasi sospesa nel tempo, che è uno dei punti
forti della Val di Funes.
All’arrivo del pullman nel posteggio di Malga Zannes, ci siamo affrettati a indossare gli
scarponi per iniziare l’escursione. In quest’occasione ho dato una mano a Marinella che
capeggiava il “gruppo dei 43â€, nel fare “la scopaâ€, cioè nel “chiudere†il gruppo, anche per
evitare che qualcuno potesse prendere altri sentieri, nelle biforcazioni che s’incontrano lungo
il percorso.
Un piccolo drappello di 8Â persone del nostro gruppo ha preferito prendere il bus navetta
che fa la spola con il rifugio Odle.
Dopo una salita un po’ impegnativa, ma non lunga, siamo giunti alla Malga Glatsch (m.1900 –
superando un dislivello di oltre 200 m. dal posteggio del pullman) e, dal momento che una
settimana prima (insieme a Marinella e Nicola), durante un giro di ricognizione, avevo scoperto
la produzione di uno strudel favoloso, si è pensato bene di trasferire l’informazione a tutto il
gruppo che ha colto l’occasione per fare una colazione buona ed energetica.
Da questo pianoro ci è apparso uno spettacolo mozzafiato: sembrava davvero di toccare con
mano il gruppo montuoso delle Odle che, non essendo coperto dalle nuvole, si lasciava
ammirare in tutta la sua estensione.
Abbiamo ripreso la camminata, sempre con una certa tranquillità , dall’inizio del sentiero che è
posto proprio ai piedi del gruppo, chiamato, non a caso “la via delle Odleâ€.
Ancor più ci ha emozionato quello che abbiamo visto all’arrivo della Malga Casnago, dove le
montagne, ancora sgombre di nuvole, con la loro magnificenza, sembravano messe apposta,
come in una scenografia da cartolina, dando vita ad uno spettacolo di incomparabile bellezza.
L’assaggio dello yogurt con i mirtilli è stato un’ulteriore gratificazione da sommare alle
meraviglie ambientali di cui stavamo godendo.
Notizie socio-culturali della Val di Funes
Nell’ambito del Parco Naturale Puez-Odle di cui fa parte, è la sola valle di popolazione, lingua e cultura
germanofona, al contrario dei paesi della Gardena e della Badia, essi pure inseriti nell’area protetta, prevale
l’elemento ladino.
La Val di Funes è, nell’ambito del Parco, è quella che mantiene più saldo il rigido diritto ereditario del maso
indiviso, la regola cioè del passaggio dell’intera proprietà al solo primogenito: una norma che potrebbe essere
reputata iniqua ma fondata sulla necessità di non frammentare i possedimenti garantendone la continuità nel
tempo e assicurando, al contempo, la solidità sociale ed economica dell’intera valle.
Unico, o quasi, nella sfera di un ambiente alpino in cui spesso si tende a conseguire un tornaconto
economico da interventi poco rispettosi per il territorio, fu il cosiddetto “movimento per la conservazione delle
Odle”: quando all’inizio degli anni Settanta fu sistemata la delimitazione dei confini del Parco Naturale
Puez-Odle, il piano regolatore prevedeva un vasto comprensorio sciistico nell’alta Val di Funes con
collegamento ai “caroselli” di Badia e Gardena. Solo la sollevazione popolare dei valligiani, concretata in
oltre 5000 firme, respinse il progetto che, di fatto, avrebbe segnato la fine della tranquillità della valle.
L’episodio è tuttora citato come pietra miliare nella politica di tutela ambientale, e non solo altoatesina.
Il ritorno è stato caratterizzato dalla formazione di due gruppi. Il primo, condotto da
Marinella, ha scelto il rientro attraverso la strada forestale (che è percorso dal bus navetta)
più comodo da percorrere. Il secondo, condotto da me, ha percorso un sentiero un po’ tortuoso
nel bosco che ha portato al posteggio della Malga Zannes, attraverso la Malga Dusler, dalla
quale si poteva ancora ammirare l’ultimo spettacolo delle Odle. Una foto di gruppo ha chiuso
degnamente la giornata montana.
In questa fase, la paura della pioggia, ha indotto diversi componenti del gruppo ad affrettarsi
nel rientro, avvenuto alla spicciolata. Fortunatamente, il cammino era abbastanza facile, visto
che non s’incontravano biforcazioni atte a creare dei disguidi di percorso.
La gita è piaciuta a tutti, senza se e senza ma, anche con il tempo nuvoloso! Sono contento di
questo gradimento poiché avevo sostenuto la proposta già lo scorso anno, nella convinzione
che raccogliesse un largo consenso.
Forse può apparire superfluo, ma ci tengo a far presente che la Val di Funes è un esempio da
imitare di saggio mantenimento di una natura meravigliosa, con meno movimento di auto e la
riscoperta del “traffico lentoâ€.
Giorgio
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