torri vajolet-passo principe 2012
GITA ALLE TORRI DEL VAJOLET
domenica 29 luglio 2012
Oggi si prospetta una giornata stupenda e ci accoglie un pullman pieno di amici per la nostra bella gita in direzione Val di Fassa e le “Torri del Vajolet”. Per il primo tratto, saliamo sulla funivia che ci porta a Ciampedie. Già lì si respira un’aria leggera pulita di montagna e con lo sguardo si può spaziare su tutte queste belle cime, queste guglie che svettano verso il cielo; è l’ennesima volta che ritorno in questo luogo, ma lo gusto sempre con un’immensa gioia. Guardando da questo punto, la vista sul Catinaccio è meravigliosa, stupenda, si possono ammirare con interesse tutte queste cime messe una dopo l’altra a formare un catino. Da qui inizia il nostro cammino.
Tengo d’occhio un ragazzino che vedo particolarmente interessato al territorio che ci circonda: è Jan, nipote di due nostri soci. Il ragazzo vive a Dubai. Immaginando la sua vita in quei luoghi di sabbia e cemento è facile capire il suo stupore e la sua eccitazione nel vivere questa giornata emozionante. Il cammino continua con vivo interesse di tutti per le varie spiegazioni sulla vegetazione, sui fiori, sulle rocce e la loro formazione geologica, la loro storia. Le foto da parte di tutti si moltiplicano. Passiamo davanti al Rifugio Gardeccia e poi, proseguendo in salita, dopo due ore di cammino arriviamo al Rifugio Vajolet. Ma, aimè, in alta quota il tempo cambia con facilità ed il cielo si fa grigio con tuoni in lontananza. Ma alcuni di noi, i più tosti, non si fanno scoraggiare e proseguono per raggiungere un altro rifugio più avanti: il “Principe”. Arriviamo appena in tempo per ripararci, perché si scatena un grosso temporale che per fortuna dura poco.
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E’ l’ora del pranzo: chi in rifugio, chi sotto la veranda per rifocillarsi ed ecco che torna di nuovo il sole.Radunato tutto il gruppo, inizia la discesa per il ritorno. Durante il percorso si ammirano di nuovo i fiori. Ecco un grosso masso incavato ad ombrello che sembra un riparo: notiamo proprio sotto un tappeto verde costellato di fiorellini bianchi. Una vera meraviglia! Ammiriamo, fotografiamo, poi la nostra esperta Ines Tenin ci informa che è l’Androsace helvetica, presente in luoghi rocciosi, rupi ed in alte quote sopra i 2000 metri : è una pianta rara. In un altro punto vediamo anche l’Achillea moscata e il papavero retico e … una marmotta.
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Il cammino prosegue verso il Gardeccia. Ma ecco un’altra sorpresa: fiancheggiando un prato con molti fiori di alta montagna vediamo spuntare ardite e solitarie due stelle alpine. Belle, grosse, troneggiano in mezzo a tutti quei bei fiori orgogliose di essere lì anche se fuori posto. Altre foto…… Guardiamo, cerchiamo se ce ne sono altre, ma niente, sono da sole. Ora bisogna continuare il cammino per non fare tardi. Arriviamo tutti al Gardeccia e da lì, un po’ alla volta, si sale sulla funivia. Arrivati al pullman, prima di salire voltiamo un ultimo sguardo alla cime che si stagliano lassù nel blu, ancora più belle perché il sole al tramonto si specchia nel magnesio, un componente delle rocce dolomitiche del Rosengarden, che le colora di rosa. Speriamo ci sia un’altra volta per ritornare ad ammirare le magnifiche “Torri del Vajolet”. C’è sempre qualche angolo nuovo da scoprire, oltre che ammirare le cime e la vegetazione che varia secondo le stagioni.
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RITA MODENA
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