escursione micologica a passo coe
ESCURSIONE MICOLOGICA A PASSO COE
Giovedì 15 settembreÂ
Siamo partiti in pochi : 16, ma con tante speranze, accompagnati dall’esperto Roberto, verso gli altipiani di Folgaria, meta invernale di sci da fondo. L’attuale rete di seggiovie, il fondo verde delle piste, ci mostra un paesaggio incantevole ed incontaminato. Però il mio pensiero va al passato quando questi luoghi furono trasformati in un imponente cantiere di guerra. Oltre ai forti, il sistema di difesa austriaco era basato su molte opere secondarie: trincee, caserme, casematte, acquedotti, centrali telefoniche e villaggi di baracche per le truppe. Fu allestito nel 1915 un imponente ed articolato sistema di teleferiche collegato con le stazioni ferroviarie di fondovalle della Val d’Adige e della Valsugana.      Â
Oggi invece, quel sistema, in versione moderna e di pace, è in funzione turistica: i cannoni sparano neve e le baracche sono state convertite in rifugi ed osterie per il ristoro di sciatori e cercatori di funghi come noi.
Dopo la fine della guerra 1915/18, queste popolazioni, al rientro dalla Boemia, non trovarono i paesi distrutti dai bombardamenti, ma un territorio gravemente segnato dall’occupazione militare. Particolarmente drammatico lo stato delle foreste, dove oggi con i nostri cesti cerchiamo, fra la ricreata vegetazione, qualche “brisaâ€.
Anche in questa valle, per molti, l’emigrazione fu una svolta necessaria, imposta da un diffuso stato di povertà . Solo a partire dagli anni cinquanta, gli altipiani tornarono a vivere. Forse, memore del passato, oggi Folgaria sta impegnando su questi territori notevoli risorse. Si tratta di una grande opera di sbancamento per costruire un lago artificiale da cui prelevare l’acqua necessaria alla creazione della neve programmata e portarla ai numerosi cannoni posizionati lungo le piste. Anche questo lavoro però violenta e modifica il territorio, aggredito non da velleità militari, ma da pacifiche ruspe. A protezione e difesa di questo luogo, svettano tre missili, già in postazione di lancio, della ex base Nato, definita in codice â€Tuonoâ€. Alle 14.30, un funzionario del Comune di Folgaria, ci ha accompagnati dentro il recinto ed illustrato in modo esauriente e coinvolgente, la funzione di questa base, altamente tecnologica, dismessa nel 1977.
Ma perchè conservarla in tale zona già provata dalle guerre e dalla fucilazione, a Malga Zonta, di 14 partigiani dell’agosto 1944?. Folgaria si è appropriata di questa base, ricostruita e conservata in modo perfetto, per farne un luogo della memoria. Forse nel periodo della “Guerra fredda†ha rappresentato una forza di dissuasione per un’altra guerra vera.
Queste considerazioni mi venivano alla mente mentre tornavo dalla lunga mattinata di ricerca dei funghi che purtroppo si erano fatti desiderare: il cesto era semivuoto ma la camminata piacevole e salutare.
Abbiamo pranzato, chi al sacco e qualcuno all’Osteria Stua, gestita da un coscritto di Roberto, che ci ha dato appuntamento alla prossima “buttata†di brise. Il controllo del raccolto è stato semplice : quasi tutti hanno trovato qualche porcino, pochi i finferli, qualche vescia fresca e giovani esemplari di “Sarcodon imbricatusâ€, volgarmente conosciuto come “lingua di vaccaâ€che, seccato e macinato, dà una profumata polvere da usare per arrosti e risotti.
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A fine visita il piccolo bus ci ha riportati alla nostra base di partenza; nonostante la scarsità dei funghi raccolti l’escursione è stata ritenuta da tutti interessante ed istruttiva, sia dal punto di vista del paesaggio che da quello della conoscenza di un periodo molto difficile del nostro tempo, periodo nel quale si è sfiorata la guerra atomica.
                     Bruno Mazza
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