gita al lago d’Orta e Maggiore 2014
Gita ai laghi Orta e Maggiore
Sabato 17 e Domenica 18 maggio 2014
Puntuale la partenza da Riva ed Arco dopo le rituali verifiche. L’attenzione maggiore è subito rivolta alla situazione meteo: tempo incerto, con probabilità di pioggia. Sono i commenti riportati dai numerosi esperti, con aggiornamenti riferiti alle prime ore del mattino. La speranza del bel tempo si rinforza con il caffè della prima sosta, a circa metà del percorso verso il Lago d’Orta. Là arrivati in pochi minuti si giunge, trasportati da un simpatico trenino, dal parcheggio al porticciolo. Per noi, gardesani, la vista evidenzia subito alcune differenze: il colore dell’acqua, l’intensità della luce, la rotondità delle colline attorno al lago e gli alberi privi quasi di altezze. Manca la possenza degli abeti, dei nostri larici. Mancano tutte quelle tonalità che dai verdi chiari e scuri salgono ai vari blue delle lontananze ed ai bianchi delle cime. Paesaggi e sensazioni marcatamente diversi eppure segantinianamente congiunti, tra “monti sorgenti dall’acque“ ed il “puro bianco di cime nevose“. Dal medioevale borgo Orta S. Giulio, inserito nel circuito dei “Borghi più belli d’Italia”, ci traghettiamo all’isola S. Giulio.
La Basilica con le spoglie del Santo, il monastero delle suore di clausura, i corti e stretti vicoli tipici dei porticcioli lacustri si integrano nell’architettura naturale del paesaggio collinare, vivacizzato, qua e là da gruppi rarefatti di ville, quasi tutte ad una altezza di circa cento metri dal livello del lago, con finestre ed imposte ancora chiuse, ma parchi e giardini ben curati, lasciano intuire che la stagione estiva è imminente. L’intero pomeriggio è impegnato con visita al Sacro monte di Orta, vasta collina sulle cui falde sono collocate una ventina di cappelle votive costruite tra la fine e gli inizi del ‘500 e ‘600.
Rappresentano, con affreschi e statue, episodi della vita di S. Francesco. Incantevole il panorama che la piazzetta in cima al colle offre sul lago, illuminato, sì, ma quasi smorzato nel verde.
Si ritorna al bus, con meta il lago Maggiore e Stresa. Il percorso, tra ville lussuose e grandi parchi, già notati sulle opposte sponde, con prati ben rasati di fresco, inducono a maliziose supposizioni: chissà se i fortunati proprietari di simili indici del bel e del buon stile di vita usufruiscono dei recenti “bonus renziani”?L’arrivo a Stresa, ed in Hotel, e un buon aperitivo nei vicini vicoli del centro storico, lasciano ben disposti per la cena e per la notte. Tutti soddisfatti. Giorno 18 maggio: la salita al monte Mottarone (metri 1,491) in funicolare, apre lo sguardo su laghi, cime e pianura.
Il Mottarone verso Orta
Vista sul lago Maggiore
Dalle Alpi marittime, dal monte Rosa, fino alla pianura Padana, sono trecentosessanta gradi di sensazioni, riflessioni individuali ed intime; non lasciano persona alcuna nell’indifferenza. Il parco botanico sottostante la cima è ulteriore manifestazione dell’attenzione verso questi luoghi.
La funivia ci riporta a valle e l’Hotel ci accoglie con i profumi ed i sapori delle pietanze locali. Tutti i cinque sensi sono deliziosamente attivati e prontamente corrispondono agli stimoli. L’atmosfera di questi momenti di collegialità è ben conosciuta dal gruppo. Il programma per il ritorno prevede un’ultima visita presso la colossale statua di S. Carlo Borromeo. Alta 35 metri, tra basamento in marmo (metri 12) e struttura portante in ferro battuto e con lastre in rame. Accessibile al suo interno fino all’altezza degli occhi, dai quali si spazia sul lago Maggiore. Voluta dal cugino Cardinale Federico Borromeo, fu terminata nel 1698. Dalla gente del posto, il colosso viene chiamato “Sancarlun” proprio per celebrarne l’eccezionale popolarità e riconoscenza. L’arrivo sulle sponde gardesano-trentine conclude la due giorni densa di stimoli rinnovati, di sensazioni apprezzate da tutti. E da tutti un grazie ad organizzatori e collaboratori.
Luciano e Neris Betta
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