IL FIUME SARCA E LE MAROCCHE
Domenica18 aprile 2010.
Cronaca di una interessante passeggiata lungo il Sarca e sulla vecchia strada delle Marocche nel comune di Dro.
Il filo conduttore ci è dato dal volume “La via al castello†di Monica Ronchini, Renato Turrini e Marialisa Viaro,
nell’ambito del progetto “le antiche strade del Basso Sarca†a cura del MAG (Museo Alto Garda).
E’ una domenica con cielo coperto e piovigginoso ma con successivi sprazzi di sole.
L’appuntamento del Gruppo Micologico “Don Porta†è nei pressi di Maso Trenti ed il gruppo (una trentina di partecipanti)
è accompagnato dalle nostre Marialisa e Marinella. Ci fa da guida il vice presidente della locale sezione pescatori Elio
Matteotti.
Ci inoltriamo per il primo tratto lungo la stradina sterrata che affianca il Sarca. Osserviamo i resti di Archeologia
Industriale elettrica costituita dalla centrale di Dro, ora dismessa salvo per una piccola turbina ancora in funzione
alimentata dall’acqua destinata ai consorzi irrigui. Appare ancora imponente l’edificio di pietra composta da due corpi
affiancati con tetti a due spioventi; sul frontone sud campeggia la scritta scolpita nella pietra che ricorda
l’inaugurazione ufficiale del complesso idroelettrico alla presenza del principe ereditario Umberto di Savoia
il 18 maggio 1924.
Proseguiamo passando nei pressi di quello che resta del complesso idroelettrico con la condotta forzata.
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Entriamo poi nel “mare sassoso†delle Marocche raggiungendo il lago Solo. Aldo Gorfer, nel suo volume “Le Valli
del Trentino†lo descrive come “Il fondo di un catino deserticoâ€. E’ classificato come un laghetto di frana. Qui
effettuiamo una sosta dove Marialisa ci illustra la genesi e le caratteristiche delle Marocche, fenomeno che interessa
 il solco del Sarca in questa zona, dovuto al distacco di più frane durante i millenni dai monti Brento e Daino.
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Questo paesaggio caratteristico ed unico, formato da una pietraia con massi di grosse dimensioni, si estende per oltre 14 kmq.
Riprendiamo il cammino e, percorrendo il sentiero, sbuchiamo sulla S.P. 84 per la Valle di Cavedine; attraversato
questa, ci inoltriamo attraverso i filari di meli in fiore fino alla forra del rio Salagoni e alle fontane dell’Albanella, attraverso
uno tratto della “ Via al Castelloâ€. Sopra domina il tutto il Castello di Drena. E’ qui la 2° parte della lezione di Marialisa
su “campi coltivati, acqua che sgorga intermittente ai piedi dei monti, la forra del rio Salagoni con la splendida cascata,
i muretti a seccoâ€: una splendida lezione anche sulla flora locale, le orchidee, le piante caratteristiche di quell’ambiente,
con la particolare presenza, ai piedi della forra, di due splendidi salici piangenti.
E’ mezzogiorno, il tempo è incerto; torniamo alle macchine e decidiamo di portarci al lago Bagatoi. Pranzo al sacco sulle
rive del laghetto; Orazio, con l’amico Gianni, esperto di lenza, riempiono un’invidiabile cestello di grossi pesci (con un’esca
infallibile o per la voracità delle trote).
Nel primo pomeriggio ha fatto capolino qualche sprazzo di sole e ci inoltriamo nella pineta di Dro intorno al lago per una
interessante passeggiata tra il pino nero, messo a dimora all’inizio del 19° secolo dal governo austriaco.
Nel secondo pomeriggio torniamo a casa, non prima di aver ringraziato Marialisa e Marinella, mentre il cielo si va rischiarando.
Carlo M.
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