ESCURSIONE NATURALISTICA ALLE TRE DI CIME DI LAVAREDO
Domenica 26 luglio 2009 è stata, senza dubbio, una delle più belle giornate trascorse in montagna. La gita organizzata alle “ Tre Cime di Lavaredo” è da riportare, se ce ne fosse uno, sul libro d'oro delle escursioni. Il viaggio fino al rifugio Auronzo (mt. 2320) è stato abbastanza lungo, poiché occorre arrivare a Dobbiaco e poi proseguire verso la valle di Landro e Misurina. Ma ne è valsa la pena. Ero già stato alle “Tre Cime” trent'anni fa, ma ricordavo poco delle sue meraviglie, perché era nuvoloso e le montagne adiacenti erano tutte coperte; in più una leggera pioggerella disturbò il cammino.
L'esteso altipiano delle Tre Cime rappresenta un importante spartiacque idrografico. Infatti, la Rienza, che sgorga ai loro piedi, scorre attraverso le valli Rienza e Pusteria, confluendo poi nell'Isarco e nell'Adige. Inoltre i piccoli torrenti e rigagnoli che percorrono le valli adiacenti, sfociano nel Rio Sesto e poi, attraverso la Drava, nel Danubio e terminare infine nel Mar Nero.
La gita è iniziata nella maniera più classica,riunendosi attorno ai responsabili organizzativi e stabilendo i termini del rientro per le ore 17, al posteggio dei pullman.
Sette soci, capitanati da Nicola, avendo già compiuto il giro in una precedente occasione, hanno optato per un percorso alternativo, andando al rifugio Pian di Cengia, mentre gli altri, alla spicciolata, hanno iniziato l'escursione circa alle 10.30.
Essendo una bellissima giornata, il percorso era frequentato da tantissimi escursionisti. Lungo il tragitto, sul sentiero 101, dopo la Forcella Lavaredo ci siamo fermati di frequente per contemplare uno dei più celebrati paesaggi dolomitici e le montagne circostanti (il Gruppo dei Cadini, l'Antelao, La Croda Rossa, il Cristallo) e, anche se distanti da noi, le gallerie del monte Paterno, testimonianza della 1^ guerra mondiale. Man mano che ci si avvicinava al rifugio Locatelli, le TreCime di Lavaredo, assomiglianti vagamente a tre dita che puntano verso il cielo, compatte ed armonicamente allineate, si ergevano nello loro maestosità.
Arrivati al rifugio mi sono ricordato della famosa diatriba tra i comuni di Auronzo di Cadore e Dobbiaco sulle esatte attribuzioni dei confini dei due territori; risulterebbe che ¼ sia del comune altoatesino e ¾ del comune cadorino: sembra che la “querelle” sia ancora in atto.
Un'occhiata all'orologio e la lunga camminata ci hanno convinti a fermarci per il pranzo, utilizzando le panche del rifugio, i prati circostanti o il ristorante dello stesso.
Alle 14, ora prevista per iniziare la camminata di ritorno, ci siamo messi in marcia affrontando una discesa non indifferente, credo 200mt. di dislivello e conseguente risalita per tornare in quota. Giunti alla malga Langalm, alcuni di noi hanno fatto una sosta al sapore di yoghurt con mirtilli e, dopo tre quarti d'ora, siamo tornati al posteggio del pullman.
Durante il percorso di ritorno, l'autista, su richiesta di numerosi soci, ha fatto una deviazione, costeggiando il lago d'Antorno, verso il lago di Misurina, dove ci siamo soffermati per una quarantina di minuti o per acquisti vari o per fare delle belle foto del lago con il gruppo Sorapiss sullo sfondo.
Agli organizzatori dell'escursione va il mio plauso, convinto che questa gita rimarrà nel cuore di ogni partecipante.
Giorgio
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