Escursione micologica a Bellamonte 2013
ESCURSIONE MICOLOGICA A BELLAMONTE
Martedì 17 settembre
Alla partenza ci aspetta il nostro autista Marco ed è piacevole che sia lui ad accompagnarci con la sua grande professionalità ed enorme simpatia in quest’ultima uscita micologica.
Attraverso la Val di Fassa, passato Bellamonte, in pochi chilometri arriviamo nel luogo scelta per la raccolta. La giornata è splendida e l’aria frizzante è dovuta alla neve caduta precocemente nella notte sulle Alpi di Lusia.
Velocemente il gruppo si divide e si inoltra nel bosco non salendo troppo in alto però per non dover cercare le “brise” sotto la neve. Il raccolto è soddisfacente e vario: Roberto, dopo la sosta per il pranzo chi all’aperto chi a Bellamonte, ha un bel da fare a controllare i cesti ricchi di specie di diverse qualità raccomandando di lasciare nel bosco i funghi vecchi e di separare le specie che non si conoscono dai funghi chiaramente commestibili.
Al ritorno ci fermiamo a Predazzo: alcuni di noi visitano il Museo Geologico delle Dolomiti, guidati da Marinella, infaticabile ricercatrice di siti interessanti da vedere.
Il Museo si trova in una moderna costruzione che ben si armonizza con la bellissima chiesa ornata di colonne di monzonite (granito dei Monzoni) nella piazza principale del paese, dove si trovano i notevoli stemmi delle Regole, della Provincia, del Comune, della Corporazione degli scalpellini e del Vescovado.
Dalla visita del Museo, iniziato nel 1899, ci si rende conto dell’origine di queste nostre montagne che hanno suscitato interesse di famosi studiosi (vedi sentiero geologico al Monte Agnello e Dos Capel).
Usciti nel giardino esterno alla chiesa, notiamo la statua di bronzo a ricordo degli scalpellini della valle.
Sul pullman, al ritorno, Lidia ci ha divertito con delle barzellette e con una sua poesia ispirata alla bella giornata trascorsa in questa area geologica così interessante e varia.
CARLA BINDA
DA LIDIA MOLI
Su su nem a Belamonte
Scarpe e zeste pronte
Sul cocuzol avem provà na delusiom
Perché era tut serà per fim stagiom.
Ma i boschi i era lì che i scondeva i fonghi
Per ciaparli passi corti, passi longhi
No l’era el me caso perché som la solita mal atrezzaa
E, el minimo che me toca, l’è na slinzegaa.
L’è lostess, e po’ el sol sule zime
I bei colori de l’autum
Mi som contenta come nessum.
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