ESCURSIONE ALL’ALPE DI SIUSI
Domenica 12 luglio 2009
Le escursioni in Alto Adige creano sempre nei nostri soci grandi aspettative e affascinano tutti; infatti eravamo moltissimi e affiatati. Mai come in questa occasione ho trovato un’intesa simpatica con il gruppo, vivace, allegro e particolarmente interessato ai fiori che, a profusione, ci circondavano da ogni parte. Arrivati all’Alpe, regina incontrastata di tutti i pascoli alpini di questa terra, Patrimonio Naturale dell’Umanità e altipiano più ampio e più bello d’Europa, con la funivia siamo saliti fino ai 1850 m circa del Compac. L’ampia spianata di prati di fronte a noi crea sensazione di pace e serenità mentre sullo sfondo la potenza del gruppo del Sasso Lungo, del Catinaccio e l’inconfondibile profilo dello Sciliar sensazione di maestosità.
Le piste di fondo dell’Alpe sono eccezionali tant’è che le squadre nazionali estere più importanti vengono ad allenarsi; anche i maratoneti kenioti si sono allenati qui per le Olimpiadi di Pechino.
Seguendo un sentiero a zig zag tra i prati, ci siamo portati in quota in mezzo ad un tripudio di fiori di ogni genere tra cui la profumata nigritella, astri di vari colori e garofanini particolari che hanno risvegliato in noi stupore e meraviglia. La consulenza di Silvano Manzoni, nostro disponibile esperto botanico, ci ha permesso di conoscere specie nuove e rare (Lychnis flos cuculi L.) che hanno creato un mondo magico intorno a noi. Mentre il sentiero faceva ampie curve e si presentava un nuovo panorama, la vegetazione cambiava con fiori diversi. Alla croce di Fillner (m 2174), notevole con il suo Cristo di legno, sosta per ammirare la val Gardena sotto di noi e Castelrotto e lo splendido panorama a 360° sulle montagne più lontane, Marmolada, Odle, Ortles.
A questo punto il sentiero scende gradualmente e ci porta alle “Panche delle Steghe”, rocce sagomate a forma di grandi sedie. La leggenda parla di una sede di sacri riti antichi e punto di vedetta ai tempi dei Romani ma parla anche di luogo dove le streghe si riunivano su tali panche prima di lanciarsi, in un’orda compatta, verso lo Sciliar sorvolando con grida sfrenate l’Alpe, o per scatenare tempeste e fulmini sulla zona. La leggenda prende spunto dai processi di Fiè tenutisi nel tribunale del castello di Presule contro le streghe nel ‘500, menzionati in molti documenti storici locali. Su una panca ricavata da un tronco con una potente radice troviamo incise figure di un strega, di un leone e di una tartaruga e tutti noi, in grande allegria, ci facciamo fotografare … per esorcizzare le streghe???
Lungo il sentiero, nel ritorno, ci rituffiamo ancora fra i fiori, tra il giglio martagone, il giglio rosso, i rododendri, i garofanini, le genziane. Sosta golosa per gustare yogurt, latte e panna in una malga e discesa verso la funivia.
Giornata luminosa, calda e coinvolgente.
Minisa
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