CASCATE DI STANGHE, CASTEL TASSO E VIPITENO
Domenica 23 maggio 2010
Recupero dalla memoria l’escursione al canyon di Stanghe in Val di Racines. Il ricordo mi ritorna bello, sereno,
eravamo in fila indiana, su, su per la stretta gola, sui gradoni di marmo bianco. Rumorosissimo per lo scosciare dell’acqua;
 a salti, ora brevi, ora spettacolari. Salivo, salivo, gradino dopo gradino come fossi sola a godere di quel mondo
fantastico. Sola in quel frastuono, leggera, felice.
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L’acqua è veramente l’elemento primo per la vita. La discesa,
piacevolissima sul sentiero dei prati. Ritornerò. INES
C’ero già stata in precedenza ed il ricordo era persistente ed intenso. Castel Tasso, nei dintorni di Vipiteno, è un unico,
intatto maniero del 1200 con un’atmosfera antica che si ritrova nella cucina duecentesca annerita in ogni dove, con focolare
rialzato, nella cisterna ottagonale nel cortile, nelle scalinate di legno e pietra che portano ai piani superiori.
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La “sala degli uomini†dove il signore e gli armigeri si ritrovavano per mangiare ma anche per fustigare i prigionieri alla
colonna di legno che conserva ancora tracce di tali torture, la “sala delle dame†contenente vecchi e preziosi arcolai e
bauletti intarsiati, la prigione scavata nella roccia, la vecchia torre d’abitazione ancora intatta con il dormitorio per gli
scudieri a scomparti che ha la forma di un grande cassone di legno mi trasmettono un forte senso del passare del
tempo ma anche una certa angoscia per la vita di stenti che si faceva, anche in una castello, nel Medioevo. Il freddo e
 l’umidità d’inverno erano una costante.
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La rocca ha conservato buona parte dell’arredamento tardogotico. Per
duecento anni il castello fu sottoposto alla sovranità del Tirolo che nel corso degli anni lo diedero in feudo a diverse
famiglie nobiliari. Nel 1470 fu ceduto all’Ordine Teutonico, al quale è dovuto il suo aspetto attuale e gran parte
dell’arredamento. Dal 1813 divenne proprietà dei Conti Thurn und Taxis.
Preziose testimonianze della ristrutturazione quattrocentesca sono la splendida sala Verde, così chiamata per il colore
della decorazione pittorica che simula un rilievo, e l’elegante preziosa cappella di San Zeno, preceduta da un eccezionale
cancello di legno abilmente intagliato e traforato con raffinati motivi geometrici. Alla fine del quattrocento risale anche
la cosidetta ‘camera del Capitolo’ che conserva l’originale arredamento gotico.
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UN DUELLO LEGGENDARIO
Un’antica leggenda narra che per porre fine alla guerra che si trascinava da anni fra Castel Tasso (Schloss Reifenstein)
e Castel Pietra (Schloss Sprechenstein), posti l’uno di fronte all’altro sugli opposti versanti della valle, venne deciso di
affidare le sorti del conflitto ad un duello di tiro con l’arco. I due signori impegnati nella sfida, saliti ciascuno sulla torre
del proprio castello, imbracciarono l’arco e scoccarono la freccia fatale. Ma la loro abilità fu tale che le due frecce
s’incontrarono a mezza strada, cadendo entrambe nella vallata. Questo accaduto venne interpretato come un
ammonimento divino a non continuare quella futile guerra che aveva arrecato soltanto danni agli abitanti, ai campi
e ai possedimenti dei due feudi.
MINISA
Ultima, ma non meno importante meta della giornata; Vipiteno, antica città , la più settentrionale d’Italia, con uno dei
centri storici pedonali più suggestivi dell’arco alpino. Incastonata come un piccolo gioiello sul versante meridionale delle
Alpi, affonda le sue radici nella tradizione tirolese e nei costumi di un tempo, testimoniate dalle gradevoli vetrine: design
italiano e tradizione tirolese che si ammirano lungo la via principale insieme portici, a palazzi tardogotici di bella fattura
che testimoniano il suo fiorente passato di città mercantile e lo sfruttamento delle miniere circostanti. Interessante la
Torre delle Dodici, simbolo della città che divide il centro storico dalla città nuova, il Municipio con la sua Stube
gotica, le insegne a bandiera e la chiesa parrocchiale costruita dai cittadini e dai minatori. Nei dintorni si possono ammirare
i ghiacciai delle Alpi Breonie di Levante e di Ponente con la vetta del Gran Pilastro 3.510m. e del pan di Zucchero 3.505m.
Obbligatoria una sosta per l’aperitivo o un gelato.
MARINELLA
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