Esursione al Rifugio Contrin
 Gita al rifugio Contrin – 3 luglio 2011
Davanti alla stazione di Riva il pullman era strapieno e qualcuno, che si era prenotato solo qualche giorno prima, ha rischiato di rimanere a terra; alla fine per fortuna c’era posto per tutti e così è iniziata la nostra avventura, sotto un cielo che prometteva bene. Dopo un paio d’ore di bus o forse più, con annessa doverosa e immancabile sosta caffè, siamo arrivati ad Alba di Canazei, al parcheggio della funivia del Ciampac (m. 1500 di altitudine), dove ci siamo divisi in due gruppi. Il gruppo più ristretto, capeggiato da Marinella che aveva al suo seguito il nipotino, un riccioluto angioletto biondo, ha optato per una soluzione più facile, prendendo la funivia del Ciampac per salire comodamente in quota. Il gruppo più numeroso, invece, ha imboccato il sentiero 602 per il rifugio Contrin dove siamo arrivati alla spicciolata un paio d’ore più tardi.
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Il sentiero inizialmente entra pianeggiante nel bosco, dopo un centinaio di metri la pendenza aumenta notevolmente, per poi proseguire con ripidi e stretti tornanti che portano alla piccola Baita Locia Contrin (1800m), all’ingresso della valle. Il sentiero prosegue e si fa pianeggiante, a destra il panorama sul Colac (2713m), a sinistra la Marmolada (3342m) e dietro il gruppo del Sella (3152m), bellissimo.
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                                      Baita Locia   Â
Attraversato il torrente, la strada incomincia a salire, con una pendenza che si fa man mano più accentuata; il fondo del terreno si fa via via più sassoso e insidioso, fino ad arrivare in cima al cucuzzolo che ospita il Rifugio Contrin, a 2016m. Da notare la prestazione della nostra cara Carlotta che, all’alba delle sue 80 primavere, ha raggiunto la meta solo dopo pochi minuti, stanca ma visibilmente contenta.
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Notevole la prsenza di fiori da ammirare tra i quali “Crepis aurea, Primula halleri, rara, Trifolium badius, Antennaria dioica e Tofielda caluculata”.
  Primula halleri
Il rifugio, che da poco ha festeggiato il suo centenario, è uno dei più importanti e strategici della Valle di Fassa. Ampio e solido, è adagiato su di un piano nella valle omonima al cospetto di alcune fra le più imponenti “cattedrali” di roccia delle Dolomiti, come la Marmolada, il Gran Vernel e le Cime di Ombretta, ed è circondato da abetaie color smeraldo, mentre sul retro ci sono dei prati dove ci si potrebbe rilassare al sole, che quel giorno però ha preferito rimanere nascosto dietro le nuvole. La maggior parte di noi ha consumato il pranzo al sacco sulla bella terrazza esterna, altri hanno preferito approfittare della cucina del rifugio, che non era proprio speciale. Finito il pranzo, quasi tutti i partecipanti si sono recati presso la vicina baita Contrin per curiosare, mangiare ed acquistare prodotti tipici, come formaggi e yogurt.
                       Malga Contrin
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Solo in sei ci siamo avventurati, quasi di corsa visto che non c’era molto tempo, verso il passo S. Nicolò (m. 2340), percorrendo un sentiero che all’inizio attraversa il bosco con alcuni tornanti e rampe piuttosto ripide e poi prosegue in falsopiano a mezza costa su dei ghiaioni. Raggiunta un’altra collina erbosa la si risale con ampi tornanti piuttosto ripidi, raggiungendo quindi il crinale che conduce al Rifugio Passo San Nicolò, situato sull’omonimo passo. Il panorama mozzafiato che da qui si può ammirare a 360 gradi va dalla Val di Contrin e il gruppo del Sella a nord, la Marmolada ad est, la Crepa Neigra ed il Colac ad ovest e la Val San Nicolò a sud. Il tempo di bere frettolosamente un caffè corretto, gentilmente offerto da Roberto, e poi giù molto velocemente dal lato opposto scendendo il versante della Valle San Nicolò. Durante il ritorno il nostro affezionato autista Marco ha cambiato itinerario per farci ammirare, nei pressi di Cavalese in località Cascata una bella cascata con lucente laghetto e le piramidi di Segonzano in val di Cembra.
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Sul pullman la maggior parte di noi, contento della bella giornata, si è addirittura prenotata per la gita successiva, per cui…….alla prossima!
Vanda
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