Escursione al Giogo di Meltina Giovedi 22 luglio 2021
ESCURSIONE AL GIOGO DI MELTINA
Giovedì 22 luglio
Tutti sul bus, in regola con le mascherine, per la nostra prima uscita dell’anno con meta il Giogo di Meltina sulle Alpi Sarentine. La zona dell’escursione è poco conosciuta negli itinerari classici di chi frequenta la montagna; il luogo porta lo strano nome di Altopiano del Salto. L’escursione prevedeva la possibilità per i gitanti di scegliere fra due itinerari. Il primo, con alla guida Marinella, saliva dal parcheggio di Schermoos (m.1450) e,tramite una larga strada forestale, arrivava alla malga Sattlerhutte (m.1609).Arrivati alla malga, chiusa fra i boschi, alcuni piccoli sentieri davano la possibilità agli escursionisti di passeggiare, di godersi la tranquillità del luogo e di poter pranzare in un tipico locale con le specialità altoatesine. Alla malga si ferma un gruppo che nel pomeriggio scenderà al parcheggio e si ricollegherà con gli altri gitanti.La seconda scelta, già ben specificata sul pullman da Marinella durante il viaggio, prospettava invece ai più in forma, di affrontare un dislivello più impegnativo di 450 metri per salire in cima al Colle del Giogo (m.2003) . Il ”Giogo di Meltina” è un luogo molto particolare per la presenza sul colle omonimo di svariate decine di Ometti di Pietra che sono pile di massi composte dalla sovrapposizione di piatte lastre di arenaria originarie della zona, la cui origine da adito a svariate interpretazioni. Il percorso attraversa dapprima un folto bosco, poi si supera e si lascia alle spalle una seconda malga di nome Leanderalm, quindi si scollina su di un esteso alpeggio ove sono presenti moltissimi animali al pascolo: capre, pecore, cavalli e mucche ecc.La vista a quel punto spazia sui prati e sul ripido sentiero che mostra in distanza la croce sommitale del dosso, fatta di tre aste orizzontali su palo verticale e circondata da moltissimi fantastici ometti di pietra.Arrivati alla Croce, la giornata parzialmente nuvolosa non ci ha dato la possibilità di godere del panorama; ci saremmo infatti trovati proprio di fronte all’ altopiano dello Sciliar ed al colle di Siusi. Il peggiorare del tempo ci ha dato poco tempo per la sosta, infatti, solo dopo alcune foto fra gli ometti di pietra, ci siamo subito incamminati per lo stesso sentiero in ripida discesa verso il parcheggio, ove era previsto il ritrovo per la partenza..Il gruppo che è rimasto con Marinella, ha avuto la possibilità di vedere un’altra stranezza del posto. Infatti su un piccolo pianoro, a qualche centinaia di metri oltre il luogo del ritrovo per il ritorno, sopra a precedenti antichi ruderi pagani, si è potuto ammirare una chiesetta dedicata a S. Giacomo (patrono dei pellegrini), di forma larga e tozza, ma con una imponente torre campanaria datata XIII secolo. Al rientro, purtroppo, abbiamo notato al confine fra le due provincie di Bolzano e Trento, la devastazione fatta poche ore prima dalla grandinata che ha colpito duramente la val d’Adige e la parte bassa della val di Non. Sono stati così compromessi i vigneti e frutteti di svariate decine di ettari di colture pregiate.
Edoardo e Marinella
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